I vaccini possono causare la febbre?
Affrontare una vaccinazione, con i bambini molto piccoli, può essere motivo di ansia, anche a causa di lievi e transitori effetti collaterali, tra cui i rialzi di temperatura.
Dopo una vaccinazione c’è una possibilità su dieci che il bambino accusi un rialzo febbrile legato alla vaccinazione stessa. È un effetto collaterale noto e che passa da solo.
I momenti in cui la febbre da vaccinazione si presenta sono nelle 72 ore dopo l’iniezione oppure tra i 5 e i 15 giorni, a seconda del tipo di vaccino effettuato.
A partire dal terzo mese di vita, il calendario vaccinale proposto dal Ministero della Salute, dispone le prime vaccinazioni obbligatorie per i bambini e i genitori possono provare apprensione per le eventuali reazioni avverse al vaccino stesso.
Si esegue un monitoraggio continuo
Dato che il tema è sempre molto delicato e non manca, ciclicamente, di generare molte polemiche, le Autorità hanno ritenuto utile aggiornare i dati epidemiologici relativi agli effetti collaterali connessi alle vaccinazioni, che erano risalenti al 2003. I dati, comprensivi della letteratura scientifica internazionale in merito, sono stati raccolti dall’AIFA (l’Agenzia Italiana del Farmaco) in un documento di sintesi chiamato “Guida alla valutazione delle reazioni avverse osservabili dopo la vaccinazione”. Nel documento stesso sono stati presi in esami tutti i possibili effetti collaterali, dai più comuni ai più rari, e sono anche indicati chiaramente i tempi di insorgenza di ognuno e qual è il normale decorso legato alla singola eventualità.
Dopo una vaccinazione c’è una possibilità su dieci che il bambino accusi un rialzo febbrile legato alla vaccinazione stessa. È un effetto collaterale noto e che passa da solo. I momenti in cui la febbre da vaccinazione si presenta sono nelle 72 ore dopo l’iniezione oppure tra i 5 e i 15 giorni, a seconda del tipo di vaccino effettuato.
La variabilità dipende dal vaccino
Una prima distinzione che dobbiamo fare parte dal tipo di vaccinazione a cui il bambino viene sottoposto. L’iperpiressia come reazione ai vaccini inattivati, infatti, può comparire in una finestra temporale di 72 ore dal momento della vaccinazione. Se invece sono stati somministrati dei vaccini vivi attenuati la finestra temporale è più ampia e varia tra i 5 e i 14 giorni dopo l’immunizzazione. Nella seconda categoria sono inclusi i vaccini che andranno a proteggere dalle malattie tipiche dell’infanzia come parotite, rosolia, varicella e morbillo.
Non è detto che venga sempre
Un mito da sfatare è quello per cui le vaccinazioni causano sempre e comunque la febbre in tutti i bambini. In realtà il dato statistico connesso al rialzo febbrile post vaccinazioni è compreso tra l’1% e il 10% dei bambini trattati. Si tratta di rialzi di temperatura che in genere si mantengono su valori medi (attorno ai 38.5 gradi) e che meno comunemente raggiungono i 39.5 gradi (la cosiddetta iperpiressia). Esiste però una oggettiva difficoltà nella valutazione statistica di queste febbri e si tratta di una situazione che ricalca quella legata alla dentizione del bambino. I piccoli, nei primi tre anni di vita, sono vulnerabili rispetto numerose aggressioni virali e batteriche e quindi non è possibile avere la certezza assoluta del fatto che l’aumento della temperatura corporea debba essere ascritto proprio alla pratica vaccinale. Diciamo allora che tale attribuzione è più probabile quando si verifica all’interno delle fasce temporali che abbiamo indicato. E può dirsi certa se, insieme alla febbre, compaiono anche sintomi tipici (benché molto attenuati) della malattia verso cui è stata fatta l’immunizzazione.
Possono comparire anche convulsioni associate
La guida alla valutazione delle reazioni avverse cita anche le convulsioni associate alla febbre come possibile effetto collaterale. Anche in questo caso esiste una differenza connessa al tipo di vaccino che viene somministrato e quindi possiamo dire che c’è una contestualità tra il momento in cui si possono manifestare le possibili impennate febbrili e le crisi convulsive.
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