Gastroenterite nei bambini: cosa fare?
Caratterizzata da vomito, diarrea e talvolta febbre, è un’infezione causata spesso da un virus
La gastroenterite acuta può colpire con facilità i bambini. Specialmente quella di origine virale, infatti, è particolarmente contagiosa ed è frequente che i più piccoli la contraggano nell’ambiente scolastico. Di norma, la guarigione avviene senza particolari problemi, ma bisogna prestare molta attenzione alla perdita di liquidi causata dai sintomi come vomito e diarrea.
Cosa si intende con gastroenterite nei bambini?
Spesso definita erroneamente influenza intestinale, la gastroenterite è un’infezione che colpisce stomaco e intestino. Nella maggior parte dei casi è causata da virus, ma può essere determinata anche da batteri o parassiti. Il contagio può avvenire per via oro-fecale, se si ingeriscono cibi o acqua contaminati, o da persona a persona, se si viene a contatto con qualcuno già ammalato.
In più della metà dei casi la gastroenterite è causata da virus, in particolare il più frequente è il Rotavirus, seguito dal Norovirus; questo vale soprattutto per i bambini tra i 3 e i 15 mesi. Ci sono anche gastroenteriti di origine batterica, i cui responsabili più comuni sono la Salmonella, il Campylobacter e l’Escherichia coli. Per quanto riguarda i parassiti, tra questi si individuano la Giardia intestinalis e il Cryptosporidium.
Come si manifesta la gastroenterite nei bambini?
In generale i sintomi della gastroenterite nei bambini sono:
- nausea
- vomito
- diarrea
- dolore addominale
- crampi allo stomaco
Possono anche comparire:
- debolezza
- meteorismo
- febbre
Il bambino con gastroenterite presenta diarrea con feci morbide e un numero di evacuazioni elevate, solitamente più di tre al giorno. Se l’origine è virale, è più facile osservare diarrea acquosa, con febbre anche alta, mentre una diarrea con sangue è più probabile nella gastroenterite batterica, dove invece la febbre è lieve o assente.
Il rischio più grande per bambini con gastroenterite è la disidratazione, specialmente quando si ha a che fare con neonati o in genere bambini sotto i 3 anni. Alcuni segni che possono far pensare a una mancanza di liquidi sono:
- sete intensa
- pelle secca e arrossata
- bocca e labbra asciutte
- occhi infossati
- fontanella della testa avvallata
- urine meno frequenti, scure e concentrate
- stato soporoso del bambino
Quanto dura la gastroenterite nei bambini?
La gastroenterite nei bambini può durare da qualche giorno a una decina di giorni. Solitamente il vomito si esaurisce nell’arco di 3 giorni, mentre la diarrea può protrarsi fino a una settimana. In certi casi la diarrea può continuare anche per un paio di settimane: non rara è la diarrea post infettiva, una diarrea persistente che può seguire un'infezione virale. Può accadere quando l’organismo non si è liberato completamente dall’agente patogeno o perché si è compromessa l’integrità della mucosa intestinale.
Come curare la gastroenterite nei bambini
La gastroenterite nei bambini dura qualche giorno e solitamente non occorrono particolari cure, se non un’estrema attenzione all’idratazione.
I liquidi possono essere somministrati per bocca, a piccoli sorsi, per non indurre lo stimolo del vomito. Solitamente, dopo il primo episodio di vomito, viene raccomandato un cucchiaino da caffè di liquido a distanza di almeno 5 minuti: può contenere semplice acqua oppure acqua o camomilla zuccherate. Questa fase può andare avanti anche diverse ore; una volta che il bambino non vomita da almeno 4 ore, i sorsi possono essere più abbondanti, fino a due cucchiaini. Se il bambino è piccolo, possono risultare utili specifiche soluzioni reidratanti da prendere sempre per bocca e acquistabili comodamente in farmacia: si tratta di preparati che, oltre a reintegrare i liquidi, contengono un’adeguata quantità di zuccheri e sali minerali.
Non occorrono particolari farmaci per la gastroenterite pediatrica: gli antidiarroici, infatti, non sono raccomandati, così come gli antiemetici, capaci di inibire il vomito, sono indicati solo se il sintomo è particolarmente grave. Le evidenze scientifiche sull’efficacia di questi farmaci nell’età infantile, infatti, non sono presenti.
Per la diarrea del bambino appare piuttosto efficace il tannato di gelatina, che associato alla reidratazione riduce le evacuazioni ed accelera la guarigione. Questa sostanza agisce come una pellicola protettiva nei confronti della parete intestinale e risulta ancor più efficace in associazione con i probiotici tindalizzati, con l’obiettivo di ripristinare anche il microbioma intestinale, quella popolazione di “batteri buoni” che vive nel nostro intestino e che ci protegge anche dalle infezioni causate da patogeni indesiderati.
Se la temperatura corporea è elevata, invece, per far abbassare la febbre al bambino può essere somministrato un antipiretico. È bene tenere il piccolo a riposo, senza coprirlo troppo affinché il corpo rilasci il calore in eccesso e possibilmente in una stanza non troppo riscaldata.
L’assunzione di antibiotici per la gastroenterite non è sempre necessaria: se il bambino ha a che fare con una gastroenterite virale, questi non avranno alcuna efficacia, in quanto non agiscono sui virus. Nel caso di batteri e parassiti, la prescrizione dell’antibiotico deve essere fatta dal pediatra: l’antibiotico viene scelto in base al patogeno, ma anche alla condizione del bambino e alla sua storia. Non tutte le gastroenteriti batteriche si curano con l’antibiotico, che, quando viene dato, è scelto in base alla coprocoltura[3], un esame delle feci che individua il microrganismo presente. Diverso è per le gastroenteriti da parassiti, come la Giardia, che si debella con i farmaci antibiotici.
La dieta per la gastroenterite nel bambino
Il bambino con vomito e diarrea non deve subire particolari restrizioni alimentari, ma anzi deve continuare ad apportare tutti i nutrienti necessari alla guarigione, come i sali minerali. Non sono necessarie diete a base di riso in bianco, per fare un esempio, ma il bambino deve essere stimolato a mangiare nuovamente al più presto come di consueto.
La gastroenterite nei bambini è quindi una condizione spiacevole e fastidiosa, ma che si risolve in genere senza particolari complicazioni. L’idratazione è un fattore essenziale; nei bambini molto piccoli può rendersi necessaria l’ospedalizzazione per reintegrare i liquidi attraverso delle flebo, ma ciò non deve preoccupare: l’importante è rimanere vigili e riconoscerne i segni. Il vomito, invece, può essere il campanello di allarme anche per altre patologie, perciò non va mai sottovalutato. Da fare attenzione, in particolare, se segue un trauma come una caduta, se accompagnato da sangue, se dura da oltre 24 ore, se c’è febbre piuttosto alta o se il bambino ha meno di 3 mesi.