Come affrontare correttamente la febbre

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La febbre è una naturale reazione dell'organismo che può essere innescata da molte cause...

 

La febbre è una naturale reazione dell'organismo che può essere innescata da molte cause. Nei mesi invernali, tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi a scatenarla è una malattia da raffreddamento di origine virale o batterica. Pressoché immancabile e abbastanza elevata in caso di influenza e tonsilliti acute, facoltativa e relativamente bassa durante sindromi pseudo-influenzali, faringiti, bronchiti e polmoniti, la febbre è sempre fastidiosa, ma anche una preziosa alleata del sistema immunitario perché permette all'organismo di combattere meglio gli agenti patogeni che l'hanno aggredito e ristabilirsi in fretta. Va contrastata oppure no? E in che modo? Ecco qualche consiglio utile.

È davvero febbre?

Anche quando si è perfettamente sani la temperatura corporea non è costante nell'arco della giornata, ma può variare in relazione all'attività svolta, al sonno, ai pasti, e così via. Inoltre, può modificarsi da un giorno all'altro, per le stesse ragioni o in funzione di modificazioni transitorie dell'equilibrio metabolico, come avviene in modo ciclico nella donna in corrispondenza delle oscillazioni ormonali. Queste variazioni fisiologiche di temperatura sono, però, graduali e contenute entro un intervallo di 1 °C (in genere tra 36,5 °C e 37,5 °C). La febbre vera e propria comporta innalzamenti più significativi e bruschi. Ufficialmente, si può iniziare a parlare di febbre quando la temperatura, misurata ponendo il termometro sotto l'ascella, supera i 37,5 °C. Se la misura è effettuata a livello rettale, la soglia per la febbre sale di circa mezzo grado, a 38,0 °C.

L'antipiretico è indicato se...

Posto che la febbre ha una sua utilità "terapeutica", contrastarla non appena il termometro segnala innalzamenti di pochi decimi di grado non è generalmente consigliato. Lo standard vuole che all'antipiretico si ricorra soltanto quando il quadro generale sia associato a uno stato di malessere. Se la febbre è ben tollerata può non essere necessario somministrare l'antipiretico. A prescindere dall'antipiretico impiegato, per tenere sotto controllo la febbre in modo efficace e sicuro si devono rispettare i dosaggi indicati sulla confezione o consigliati dal medico e distanziare le assunzioni di almeno 4-6 ore l'una dall'altra. Rispetto alle formulazioni, medici e pediatri concordano sul fatto di prediligere quelle da assumere per bocca (compresse, granulato effervescente, ecc.), perché assicurano un profilo di concentrazione di principio attivo nel sangue più omogeneo, quindi un miglior controllo della temperatura. Un'eccezione riguarda la presenza di vomito nei bambini, che deve far optare per la via rettale (supposte). Per facilitare l'abbassamento della temperatura corporea, in aggiunta all'antipiretico sempre indispensabile, è utile prevedere anche alcuni accorgimenti pratici. In particolare, si deve rispettare il risposo a letto, bere molti liquidi freschi o a temperatura ambiente, indossare indumenti leggeri che permettano di disperdere il calore corporeo e mantenere la temperatura della stanza intorno ai 18-22 °C. Anche la borsa del ghiaccio sulla fronte può aiutare.

Quando interpellare il medico

In assenza di sintomi respiratori o gastroenterici particolarmente severi, la febbre associata alle comuni malattie da raffreddamento può essere gestita autonomamente con antipiretici e altri farmaci sintomatici da banco (pastiglie e sciroppi per la tosse, disinfettanti orali per il mal gola, ecc.). Tuttavia, se dopo 2-3 giorni di riposo a letto e corretta assunzione dei medicinali la febbre non si abbassa e il quadro non migliora è indispensabile interpellare il medico per le valutazioni del caso. L'evenienza più comune in questi casi è che sia subentrata un'infezione batterica da trattare con antibiotici, rigorosamente dietro prescrizione medica. Nei bambini che presentano difficoltà a respirare, difficoltà nel risveglio, sonnolenza eccessiva o stato confusionale è sicuramente opportuno consultare il medico. Altre circostanze che devono indurre a richiedere un'opinione specialistica comprendono: l'insorgenza di febbre superiore a 38-38,5 °C in un bambino, un anziano, una persona che presenta patologie croniche (in particolare di tipo respiratorio o cardiovascolare, insufficienza renale o diabete) e in gravidanza; la comparsa di febbre anche modesta in un neonato o, comunque, nel primo anno di vita (se la febbre è significativa, meglio rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso fin dall'esordio); la presenza di uno stato di torpore o scarsa reattività agli stimoli, perdita di coscienza o allucinazioni.