Mal di orecchio nel bambino: cosa fare?

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Le cause di un dolore all’orecchio nel bambino possono essere diverse; come è consigliabile intervenire?

Il mal di orecchio nei bambini è una delle principali cause che porta i genitori a richiedere un intervento del pediatra. Si tratta di un disturbo che, proprio per la sua natura dolorosa, arreca preoccupazione nell’adulto e infastidisce fortemente il bambino. Non sempre, però, il mal d’orecchio nasconde un problema di natura infettiva o grave; cosa si può fare?

Otalgia o otodinìa? Le differenze

Nel linguaggio comune si usa l’espressione “mal di orecchio” per riferire un dolore che colpisce, senza entrare troppo in dettaglio, l’orecchio - dentro o fuori che sia. In realtà, questo organo è molto più complesso di quello che vediamo da fuori, che è solo una parte: oltre al padiglione auricolare, infatti, si incontrano l’orecchio medio e l’orecchio interno, di cui fanno parte il timpano, piccoli ossicini, nervi, vasi sanguigni, un sistema che contribuisce all'equilibrio e la coclea, coinvolta nell’udito.

Quando parliamo di otalgia facciamo riferimento a un dolore percepito nell’orecchio, in particolare nella regione auricolare: più in dettaglio, con il termine otodinia si indica un dolore acuto che proviene da una struttura auricolare, mentre si definisce otalgia riflessa (o secondaria) quel dolore che è avvertito nell’orecchio ma che ha causa in una zona extra-auricolare. Per esempio, può capitare che un problema ai denti o una faringite irradino attraverso i nervi il dolore all’orecchio.

Questa distinzione fa capire che non sempre un mal di orecchio è quindi attribuibile all’otite media acuta di origine batterica. Nei bambini, l’otalgia vede tra le cause più comuni l'otite media acuta, l’otite esterna e la rinofaringite.

L’otite media acuta

Tra i motivi più frequenti dietro al mal di orecchio nei bambini c’è l'otite media acuta. Come ci indica il nome, è un’infiammazione che colpisce l’orecchio medio; può essere di origine virale o batterica. È piuttosto frequente nei bambini tra i 6 mesi e i 2 anni: il rischio di andare incontro ad otite media acuta è del 63-85% entro i 12 mesi e del 66-99% entro i 24 mesi, per mezzo di un sistema immunitario ancora immaturo in quell’età.

I sintomi dell’otite media acuta nei bambini sono:

  • dolore
  • febbre
  • pianto continuo
  • vomito


I bambini, inoltre, si toccano continuamente le orecchie, hanno difficoltà a riposare e sono irritabili. Nei bambini più piccoli, accorgersi di un mal di orecchie è più difficile in quanto presentano menosintomi.  

Nell’infiammazione dell’orecchio medio si assiste anche alla raccolta di muco o pus e, grazie ad uno strumento, il medico può valutare se la membrana timpanica è estroflessa o perforata. Le secrezioni tendono a uscire ed è per questo che, in caso di rottura, si assiste a una riduzione del dolore all’orecchio. L'organismo inizia poi un processo di guarigione e il timpano si rimargina da solo in qualche settimana. Un timpano perforato può provocare acufeni e perdita dell’udito, che però è solo transitoria.

Otite media acuta: l’antibiotico serve sempre?

Le linee guida sul trattamento dell’otite media acuta nei bambini oggi permettono di ridurre l’uso indiscriminato di antibiotici. La preoccupazione del genitore è legittima, ma l’impiego di questi farmaci senza un concreto motivo e senza un esame approfondito della situazione rischia di ridurre l’efficacia di questi medicinali, anche per le infezioni future.

L’antibiotico per l’otite viene dato fin da subito ai bambini con età inferiore ai 6 mesi, indipendentemente dalla gravità dei sintomi; sotto i 2 anni la terapia è da effettuarsi solo con diagnosi di otite certa, mentre si prende in considerazione la vigile attesa se è coinvolto un solo orecchio e con sintomi non evidenti. La scelta in questo caso è dettata anche dalla storia del bambino, per esempio se siamo davanti a un’otite ricorrente.

Nelle età successive, si tiene maggiormente conto della sintomatologia e si utilizza come criterio anche il coinvolgimento o meno di entrambe le orecchie. L’antibiotico viene dato immediatamente quando l’otite media acuta è di tipo grave: per la diagnosi concorrono fattori come la presenza di febbre alta, l’intensità del dolore e le condizioni della membrana timpanica. Nel resto dei casi, si invita alla vigile attesa, al monitoraggio cioè dell’evoluzione dei sintomi: se compare la febbre, se il dolore diventa più intenso allora si effettuerà un’ ulteriore valutazione.

Come ridurre il mal di orecchio nei bambini?

Che si proceda con la terapia antibiotica o che si opti per la vigile attesa, il dolore non è da sottovalutare e va sempre risolto. Specialmente i bambini molto piccoli hanno una percezione del dolore maggiore della nostra.

Fin dalla nascita per il dolore si può somministrare il paracetamolo, nel dosaggio adeguato al peso del bambino. Fino ai 3 mesi non è indicato l’utilizzo degli antinfiammatori, la cui efficacia contro l’otalgia anche nei periodi successivi non si è dimostrata superiore a quella del paracetamolo. Le raccomandazioni indicano per il dolore dosi da 15 mg per ogni chilogrammo del bambino, che scendono fino a 10 o 5 mg/kg quando si ha a che fare con bambini sotto ai 6 kg. Il trattamento con paracetamolo consente di sfruttarne anche le sue proprietà antipiretiche, riducendo quindi la temperatura in caso di febbre.

Si può prevenire il mal di orecchie nei bambini?

Il mal di orecchio dovuto all’otite media può essere conseguenza di un’infezione alle vie aeree che si è complicata. Prevenire raffreddori e influenza aiuta quindi a ridurre il rischio di otite nel bambino: naturalmente nei primi anni di vita, complice anche l’inserimento nell’ambiente scolastico, non sempre è facile, ma alcuni accorgimenti valgono sempre:

  • far lavare le mani al bambino prima di mangiare e dopo essere stati fuori
  • ridurre l’esposizione a persone che hanno sintomi influenzali (per esempio parenti che vengono in visita)
  • evitare, quando non necessario, di toccare occhi e bocca dei neonati
  • non avvicinarli a sé quando si indossano indumenti con cui siamo stati fuori

Come indicato dalle linee guida, non c’è ragione di dare l’antibiotico in via preventiva, tranne in casi selezionati, mentre sono importanti l’eliminazione dei fattori di rischio, promuovere l’allattamento e le misure igieniche come   i lavaggi nasali 3  che rimuovono dal nasino le impurità e i microrganismi e promuovono l’idratazione della mucosa.

Esiste anche un vaccino, quello antipneumococco, che è raccomandato dal terzo mese di vita: contrasta appunto il batterio Pneumococco, responsabile di oltre l’80% di infezioni nei bambini.

Tra i fattori di rischio per l’otite ci sono infine il fumo passivo e l’obesità