Il bambino con la febbre: quali sono i giochi migliori?

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Se il piccolo di casa ha l’influenza, bisogna trovare dei giochi adatti alla situazione. Lo scopo? evitare che sia la televisione a farla da padrona

Andiamo alla scoperta di cinque giochi che possono rendere più piacevole la permanenza a casa di un bambino alle prese con l’influenza, o una sindrome influenzale. È più facile di quanto si possa pensare, con un po’ di pazienza, colori e un pizzico di fantasia.

Quando il bimbo di casa ha l’influenza la situazione può passare rapidamente da momenti di prostrazione, causati dal rialzo febbrile, ad altri di relativo benessere, magari dovuti a una momentanea discesa della temperatura. Se nei momenti di picco febbrile il bambino ha solo voglia di riposare o di essere coccolato e accudito ecco che, non appena si sente meglio, torna la normale voglia di giocare, di “fare qualcosa”. Del resto il gioco è qualcosa più di un passatempo, è un vero e proprio diritto grazie al quale è possibile anche dirottare l’ansia, la preoccupazione e la sofferenza generata da un qualsiasi stato di malattia. Il problema, allora, per mamme e papà, nonne e nonni (e babysitter della situazione) è sempre lo stesso: che cosa fare con il piccolo febbricitante? Come possiamo fare in modo che passi del tempo divertendosi senza delegare il compito alla TV? Ecco cinque suggerimenti utili:

Puzzle e memory
Si tratta di giochi graditi ai bambini più piccoli e a quelli più grandi, anche se – ovviamente – bisogna sempre trovarne di adatti all’età e alle capacità. Ma attenzione: non trascurate la memoria dei bambini. È prodigiosa e saranno capaci di darvi un gran filo da torcere, ragione per cui (specialmente il memory) si presta a sfide avvincenti. I puzzle, invece, richiedono più pazienza e concentrazione e quindi potrebbero venire a noia con maggiore facilità, specialmente se il numero dei pezzi è molto alto (in genere, sarebbe meglio non superare i 250 pezzi).

Gioca all’ospedale
Non c’è bambino che non abbia i suoi pupazzi preferiti. Ebbene, fingere che anch’essi siano alle prese con un’influenza è un ottimo modo per passare il tempo. Ne risulterà un divertente gioco di ruolo in cui il bambino si immedesimerà nel dottore e, proiettando sul pupazzo i propri fastidi, sarà anche in grado di rivelarci qualcosa in più sulle sue sensazioni e il suo malessere. Inoltre, e questo fatto è tutt’altro che trascurabile, questi giochi aiutano i bambini più timorosi a vincere la paura della visita dal pediatra, che è uno dei grandi spauracchi dell’infanzia.

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Un mondo a colori
Essere malati è noioso. E se – come accade con l’influenza – il disturbo giunge nella stagione fredda, una sensazione di grigiore aumenta ancora di più il senso di noia. Può allora diventare molto piacevole per tutti riscoprire la gioia del colore, disegnando su un foglio di carta, ritagliando e incollando cartoncini variopinti o ancora (più semplicemente), cimentandosi nel colorare (con matite, pennarelli, pastelli, acquerelli…) i libri che si trovano in cartoleria o dall’edicolante. In questi momenti, lasciate libera la fantasia: il bambino che sta a casa malato avrà sicuramente voglia di evadere un po’ dalla realtà usando accostamenti cromatici bizzarri, che per lui diventano un modo per allargare i suoi orizzonti fuori dalle mura di casa.

Fiabe, storie e racconti
Dato che è il mondo della fantasia a doverla fare da padrona in queste situazioni, è utile fare un salto in libreria e comprare qualche testo divertente da leggere. Spaziate con gli argomenti: dagli animali alle storie avventurose. Dai libri illustrati a quelli densi di parole. L’importante è che non si tratti di testi troppo lunghi dato che i bimbi malati sono spesso impazienti e vogliono giungere al “dunque” della narrazione senza girarci troppo attorno. Se il bambino manifesta insofferenza verso la lettura, non insistete: il rischio è che diventi un “no” per partito preso. E allora diventa più difficile riproporre questo passatempo in un altro momento.

Viva le lavagne
Che siano magnetiche, quelle su cui disegnare con gessi o pennarelli, le lavagne hanno sempre un grande fascino per i bambini, perché possono disegnare liberamente su una superficie grande e facilmente lavabile. Le storie che creano possono essere cancellate e ricreate in un attimo e ciò li spinge a portare al limite la loro creatività; non avendo paura di sbagliare, pasticciano con libertà e spesso imparano, sperimentando, nuovi modi di raffigurare la realtà attorno a loro.

Ma perché è meglio non accendere la TV?

La televisione non va demonizzata e del tempo concesso davanti a dei cartoni animati può ben essere presente nelle lunghe giornate alle prese con i virus influenzali. Bisogna solo evitare che gli stimoli visivi finiscano con il peggiorare l’eventuale mal di testa così come l’infiammazione delle congiuntive. Quando si è di fronte a uno schermo, si smette di “ammiccare” e ne deriva una secchezza oculare che può finire con il creare bruciore e prurito. Si tratta quindi di una norma prudenziale e non di una controindicazione assoluta.

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