Formulazioni orali o supposte? Cosa scegliere per i bambini

La scelta della giusta formulazione dipende dai sintomi e dall’età del bambino

Quando stanno male, i nostri bambini possono avere la necessità di assumere un farmaco; in caso di febbre, per esempio, potrebbero aver bisogno di un antipiretico, mentre se hanno dolore un analgesico sarà utile per alleviarlo. L’efficacia terapeutica di un farmaco in età pediatrica dipende ancor più che negli adulti dalla formulazione del prodotto e dalla sua palatabilità, cioè che il gusto sia di gradimento per il piccolo. In particolare, cosa è preferibile scegliere tra sciroppo e supposte? E per quali motivi?

Tante vie di somministrazione, tante formulazioni

Molti fattori incidono sulla scelta della giusta formulazione di un farmaco: l’età del bambino, il suo grado di collaborazione, il contesto in cui si trova, ma anche la presenza di alcuni sintomi che possono impedire l’assunzione di una certa formulazione, la durata della terapia e, non meno importante, la palatabilità del prodotto, se assunto per via orale.

Tra le formulazioni pediatriche che si possono somministrare per via orale, ci sono:

  • formulazioni liquide: gocce, sciroppo, sospensione, emulsioni. Gocce e sciroppo sono soluzioni, contengono cioè in forma attiva il principio attivo e si possono utilizzare tal quali. La sospensione è sempre una forma liquida, ma in cui il principio attivo del farmaco è disperso in un veicolo liquido, formando una miscela omogenea. Per tale ragione, le sospensioni vanno agitate prima dell’uso.
  • formulazioni orodispersibili, che si sciolgono in bocca
  • formulazioni effervescenti in polvere o compresse, da assumere con acqua
  • compresse masticabili
  • capsule e compresse

Per via rettale, invece, si contano:

  • supposte
  • capsule rettali
  • gel e creme
  • schiume
  • clisteri

Esistono poi medicinali per uso topico, per via transdermica; altri con somministrazione per via nasale, altri intramuscolare

Meglio le formulazioni orali o le supposte?

In generale, l’assunzione di prodotti per via orale è da preferire alla via rettale. La scelta della formulazione per trattare il problema del bambino, come febbre e dolore, dipende da molti fattori.

L’età del bambino incide dal momento in cui i bambini molto piccoli possono essere poco collaborativi, con il rischio di compromettere l’efficacia della terapia. Compresse e capsule, per esempio, sono solitamente indicate per bambini più grandi per scongiurare il rischio di soffocamento.

Da tenere in considerazione è anche lo stato del bambino durante la malattia: la febbre e il dolore possono renderli più irritabili e meno propensi ad accogliere l’invito del genitore a prendere un farmaco.

In giovane età, non è raro che i bambini durante la giornata siano affidati alle cure di un familiare o di un babysitter, perciò va valutata anche la capacità di queste persone di somministrare una formulazione piuttosto che un’altra.

Per trattare febbre e dolore in età pediatrica, le formulazioni orali devono essere preferite alle supposte,  quando possibile, sia per evitare una situazione di discomfort nel bambino sia a causa delle difficoltà che si possono incontrare con l’assorbimento  per via rettale: questo infatti non sempre è regolare e completo, per esempio per via della defecazione anticipata del bambino, ed è calcolata una biodisponibilità tra il 30% e il 65% rispetto alla somministrazione orale. L’assorbimento per via orale, dunque di formulazioni come gocce, sciroppo e sospensione, è più lento in neonati e lattanti rispetto a quello dei pazienti pediatrici, ma questa via rimane per tutti quella da preferire secondo le linee guida. Non solo in funzione dell’assorbimento, ma anche per la palatabilità, le formulazioni come sciroppi e sospensioni sono quelle più indicate per i bambini. Per quanto riguarda le gocce, anche queste possono essere rese più appetibili grazie al fatto che possono essere diluite in altri liquidi più graditi ai bambini, per esempio un succo di frutta, purché non in volumi eccessivi per evitare problemi con il dosaggio.

Formulazioni orali di antipiretici e analgesici possono avere la stessa efficacia terapeutica indipendentemente dalla tipologia, per esempio sciroppo e sospensione, ma lo sciroppo  ha dalla sua il fatto di essere una composizione dal gusto dolce e piuttosto densa e spesso con aromi piacevoli per i più piccoli, il che aiuta i genitori a coinvolgerli con più facilità nell'assunzione. Nonostante ciò, alcune formulazioni orali potrebbero non incontrare i gusti del bambino: in questo caso è ammesso il ricorso alla supposta, se questa consente di somministrare un dosaggio adeguato rispetto a peso ed età del bambino. Il ricorso alle supposte al posto dello sciroppo rimane valido anche quando sintomi come nausea e vomito rendano difficoltosa l’assunzione per via orale e di conseguenza l’assorbimento. Per certi tipi di farmaci e alcune patologie, inoltre, le supposte potrebbero essere la soluzione se occorrono effetti sistemici immediati.

Lo sciroppo per febbre e dolore: in quali dosi?

In età pediatrica, il farmaco antipiretico e antidolorifico di prima scelta è il paracetamolo, che può essere somministrato fin dalla nascita grazie al suo profilo di sicurezza. In forma di sciroppo, gocce o sospensione consente di ottenere un dosaggio più preciso e uniforme in base al peso del bambino, il che lo rende adatto anche ai bambini molto piccoli. A tale scopo, è preferibile utilizzare una specifica siringa dosatrice, contenuta nelle stesse confezioni del farmaco, che aiuta chi si prende cura del bambino a ridurre il rischio di un dosaggio errato, che è invece più probabile con il bicchierino.

Le linee guida oggi indicano come appropriato un dosaggio che tiene conto, almeno fino ai 10 anni di età, del peso del bambino. Nei bambini che hanno un peso inferiore a 6,1 kg il dosaggio è di 10mg/kg del bambino, fino a un massimo di 40 mg/kg al giorno. Nei bambini che hanno superato i 6,1 kg, la dose standard di paracetamolo è di 15 mg/kg, a distanza di 6 ore tra una dose e l’altra, per massimo 60 mg/kg al giorno.

Per quanto riguarda la febbre, sempre le linee guida invitano a non utilizzare più come parametro solamente la temperatura corporea, quanto il malessere osservabile nel bambino. È indicato somministrare l’antipiretico quando, insieme alla febbre, si presentano:

  • brividi
  • dolori
  • pallore
  • variazioni delle abitudini quotidiane, come disinteresse al gioco e alla socialità
  • mancanza di appetito
  • agitazione, irrequietezza, pianto
  • affaticamento e debolezza
  • alterazione del ritmo sonno-veglia, come insonnia e risvegli notturni

Ricordiamoci sempre che la febbre non è una malattia ma un sintomo, oltre a essere un meccanismo che il nostro corpo mette in atto per contrastare le infezioni, pertanto non va demonizzata. 

Fonti

  1. MEA/CHMP/PEG/194810/2005 Reflection paper: formulations of choice for the pediatric population, London, 28 July 2006

  2. Careddu D, Chiarugi A., L’appropriatezza terapeutica del paracetamolo in pediatria: una revisione narrativa e update, Supplemento a M.D. Medicinae Doctor, XXVIII, 8, 2021

  3. Nunn, Anthony & Williams, Julie. (2005). Formulation of medicine for children. British journal of clinical pharmacology. 59. 674-6. 10.1111/j.1365-2125.2005.02410.x.

  4. Lavarazzo L, Marchisio P, Marseglia GL, Miraglia del Giudice M, Poddighe D, La gestione della febbre e del dolore in età pediatrica. Una guida pratica per l’ambulatorio del pediatra, suppl. al numero 3/2017, Pediatria preventiva e sociale - pag. 17

  5. Doria M, Careddu D, Ceschin F, Libranti M, Pierattelli M, Perelli V, Laterza C, Chieti A, Chiappini E. Understanding Discomfort in Order to Appropriately Treat Fever. Int J Environ Res Public Health. 2019 Nov 14;16(22):4487