Come prendere i permessi per la malattia del figlio?

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Quando i bambini si ammalano, i genitori possono scegliere di star loro accanto fino alla guarigione. Per farlo, possono avvalersi di permessi lavorativi dedicati

Durante l’infanzia, i problemi di salute con i più piccoli sono sempre in agguato: è normale, il sistema immunitario dei bambini è ancora immaturo e la stretta compagnia dei coetanei all’asilo o a scuola contribuisce a sollecitazioni continue. Quando si ammalano, è bene che rimangano a casa per qualche giorno e i genitori possono scegliere di restare con loro per prendersene cura. Che sia un semplice raffreddore o una più temuta influenza, il riposo li aiuterà a tornare presto energici ed evitare contatti con altri bambini e nonni impedirà di contagiare altre persone. Le assenze da lavoro per la malattia del figlio sono giustificate e regolate, anche se con alcune differenze tra settore pubblico e privato. In base al contratto, in più, possono esserci tutele migliorative rispetto allo standard.

Permessi per la malattia del figlio fino ai 3 anni

La normativa (in particolare il decreto legislativo n. 151/2001) prevede tutele più forti per la fascia di età che va fino ai 3 anni del bambino. In questo periodo, infatti, piccoli e meno piccoli problemi di salute sono molto frequenti: una febbre improvvisa per i dentini che nascono, una caduta, una malattia esantematica.

Entro i 3 anni, i permessi per malattia riservati ai genitori sono illimitati e possono essere fruiti da entrambi, purché in momenti alterni. Per la malattia del figlio, la retribuzione non è prevista e nelle giornate in cui si usufruisce del permesso non si maturano né ferie né tredicesima. In compenso, la contribuzione figurativa è garantita al 100%. Per i lavoratori dipendenti del settore pubblico, invece, è assicurata la retribuzione completa fino a 30 giorni l’anno (complessivi tra i due genitori), sempre per i primi 3 anni.

Permessi di malattia tra i 3 e gli 8 anni

Il sistema per ottenere dei permessi di malattia del figlio cambia una volta che il bambino ha raggiunto i 3 anni di età. Fino al compimento degli 8 anni è ancora possibile godere di assenze dal lavoro giustificate, ma per un massimo di 5 giorni l’anno per ciascun genitore. In questo caso né il lavoratore del pubblico né i dipendenti hanno diritto alla retribuzione e la contribuzione figurativa viene ridotta. Rispetto alla normativa di qualche anno fa, è stata ampliata però la fascia di età in cui è possibile godere del congedo parentale, esteso fino ai 12 anni di vita del bimbo (prima fissata a 8) e garantito anche ad autonomi e liberi professionisti.

Il certificato per la malattia del figlio

Proprio come accade per il lavoratore dipendente, in caso di malattia del figlio è necessario presentare un certificato che attesta la condizione. A farlo deve essere il medico curante del minore, che invierà direttamente, per via telematica, il documento al datore di lavoro. Il genitore è tenuto a dichiarare di essere l’unico tra i due a beneficiare del permesso. Durante la malattia del figlio, a differenza di quanto accade al lavoratore, non vengono effettuate visite fiscali di controllo, perciò il genitore può muoversi da casa se deve recarsi in farmacia, a fare la spesa o per altre necessità.

Si può interrompere il congedo parentale per malattia?

Se si sta usufruendo del congedo parentale, magari perché il piccolo ha pochi mesi, nel momento in cui questo si ammala è possibile comunicarlo per attivare il permesso per la malattia del figlio. In questo modo si interrompe il conteggio delle giornate di congedo parentale, che ripartirà una volta dichiarata la guarigione. Questo vale anche nell’eventualità in cui il genitore stia godendo di congedo parentale per un figlio e si ammali un secondo. In caso di ricovero del piccolo, è possibile inoltre interrompere eventuali ferie in corso per attivare il permesso per malattia del figlio.

I permessi di malattia in caso di adozione

I genitori adottivi dipendenti pubblici o privati hanno uguali diritti quando si tratta di permessi di malattia per i figli. Nel caso di bambini adottati, i permessi sono fruibili fino al sesto anno di età e, per garantire la medesima tutela, se il bambino, al momento dell’adozione, ha tra i 6 e i 12 anni si conta, anziché l’età, l’ingresso in famiglia del bambino. Il diretto all’assenza per malattia va quindi fino al terzo anno dall’arrivo del figlio a casa.

Una volta compresi tutti i propri diritti in merito alla cura del proprio bambino in caso di influenza o altra malattia, non resta che armarsi di pazienza e attendere che il piccino stia meglio. Nel frattempo, se ne hanno le forze, si possono intrattenere in casa con giochi da fare al chiuso. Per dare una mano alle naturali difese dell’organismo, se si tratta di una malattia contagiosa qualche azione per supportare il sistema immunitario non guasta. Ciò vale anche per gli adulti, che avranno così uno “scudo” a difenderli in più mentre si prendono cura amorevolmente del proprio bimbo.