Psiconeuroendocrinoimmunologia

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A un primo impatto la sola denominazione psiconeuroendocrinoimmunologia, per brevità PNEI, può evocare l’impressione di una materia esoterica e destinata a pochi eletti.

In realtà non è così: come si legge nella presentazione reperibile nel sito della SIPNEI (Società Italiana di Psico Neuro Endocrino Immunologia), la società scientifica istituita 20 anni fa proprio con l’obiettivo di promuovere studi in questo ambito, questa disciplina si occupa dei rapporti bidirezionali tra psiche e sistemi biologici. In altre parole, come suggerisce il termine stesso, tali relazioni si instaurano tra livello umorale, sistema nervoso, ormoni e sistema immunitario e sono tutt’altro che ipotesi teoriche.

Due esempi pratici

Per chiarire meglio i risvolti pratici della PNEI, basta pensare a un’esperienza frequente: nei momenti in cui ci si sente “giù di tono” spesso si è più vulnerabili e perciò ci si ammala con maggiore facilità (per esempio di raffreddore); è invece più probabile che un calciatore durante una partita o un atleta in una gara agonistica siano così “carichi” al punto di non risparmiarsi e di avere una percezione distorta perfino della stanchezza e soprattutto del dolore. Non a caso l’adrenalina, che in questo caso predomina, è l’ormone che in natura viene secreto in risposta a uno stress improvviso, fisico o emotivo: indipendentemente da come sarà poi affrontato, se con una reazione di attacco/difesa piuttosto che di fuga – pensiamo per esempio all’incontro tra due animali – l’adrenalina mobilita le risorse energetiche e mentali di cui si può avere necessità. In caso di stress protratto (o cronico) l’ormone prevalente diventa il cortisolo, che tende a sopprimere la risposta immunitaria, dimostrando ancora una volta uno stretto legame tra apparato endocrino e difese naturali. Un secondo esempio è l’asse intestino-cervello, cioè quella via reciproca di comunicazione tra i due organi mediata non soltanto da fibre nervose ma anche da ormoni e sostanze prodotte dalle cellule dell’organismo come pure dalla flora batterica presente nel tubo digerente: è dimostrato che la composizione di quest’ultima è differente in alcune malattie neurologiche e neuropsichiatriche, come la schizofrenia  (e non solo), e può a sua volta influenzare la psiche, tanto che alcuni particolari ceppi probiotici, dotati di questa capacità, sono definiti psicobiotici e il loro impiego viene  suggerito in associazione alle classiche terapie farmacologiche.    

Cosa è importante sapere

Senza entrare in complessi dettagli tecnici, la PNEI è frutto dell’integrazione delle conoscenze di fisiologia acquisite nell’ultimo secolo e fornisce una chiave interpretativa non soltanto originale ma “unificante”: la ricerca medica, infatti, è spesso unidirezionale, e cioè mira a stabilire o dimostrare relazioni causa-effetto concentrandosi su elementi specifici. Dell’aterosclerosi, per aggiungere un ulteriore esempio, si legge che è una patologia multifattoriale, favorita da predisposizione familiare, sedentarietà, colesterolo alto e così via. È più difficile leggere in un classico studio scientifico che la depressione può contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche e che disturbi dell’umore possono concorrere a eventi quale l’infarto miocardico alterando alcuni parametri fisiologici, favorendo per esempio l’aggregazione piastrinica. Molti disturbi detti da somatizzazione possono poi avere notevoli implicazioni sulla risposta infiammatoria e immunitaria e così via. Certamente per il medico la PNEI è un forte richiamo a valutare il proprio paziente nella sua globalità e non soltanto limitatamente a un particolare disturbo, che potrebbe essere a sua volta frutto di uno stato psichico. Al tempo stesso, nonostante le notevoli difficoltà nel dimostrare i sottili legami tra i vari sistemi, la PNEI può rendere ragione dell’efficacia e sinergia di alcune strategie terapeutiche talvolta ingiustamente definite alternative, come yoga, musicoterapia, aromaterapia, per citarne soltanto tre. Al comune cittadino, invece, la PNEI può dare molti insegnamenti, a partire dall’importanza di uno stile di vita corretto: quanto più, infatti, si riesce a mantenere un buon livello di umore, attività e autostima, tanto maggiore sarà la probabilità di mantenersi in salute e, anche in caso di “imprevisti”, di mitigarne le ripercussioni negative.

 

Bibliografia

  • https://sipnei.it/
  • Fondazione ISTUD. PSICONEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA: il network dei sistemi biologici nello stato di malattia Programma Scienziati in Azienda - XIII Edizione Baveno, 17 settembre 2013 – 19 luglio 2013. http://service.istud.it/up_media/pw_scienziati/pnei.pdf
  • Munawar N, Ahsan K, Muhammad K, Ahmad A, Anwar MA, Shah I, Al Ameri AK, Al Mughairbi F. Hidden Role of Gut Microbiome Dysbiosis in Schizophrenia: Antipsychotics or Psychobiotics as Therapeutics? Int J Mol Sci. 2021; 22:7671