Emicrania: tipologie, sintomi e rimedi

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L’emicrania è una forma di mal di testa intenso, che compromette spesso la quotidianità di chi ne soffre

L’emicrania è un tipo di mal di testa decisamente invalidante e colpisce una cospicua percentuale della popolazione, in particolare quella femminile. Può durare qualche ora come diversi giorni e può essere accompagnata da altri sintomi.

Quanti tipi di emicrania?

L’emicrania appartiene alle cefalee primarie, una categoria che comprende quei mal di testa che non hanno cause apparenti o chiaramente individuabili, come la cefalea tensiva. In linea generale, si distinguono in:

  • emicrania senza aura
  • emicrania con aura


Si stima che circa il 14% della popolazione soffra di attacchi di emicrania, anche se probabilmente il numero è concretamente maggiore. A essere più colpite sono le donne, con un rapporto rispetto all’uomo di 3:1 e anche i sintomi, per il genere femminile, sono più severi e frequenti. Gli ormoni giocano un ruolo nella manifestazione dell’emicrania, tanto che si osservano fasi di remissione in gravidanza e una riduzione degli episodi in seguito alla menopausa. La diffusione dell’emicrania e i suoi sintomi hanno di conseguenza costi socio-economici rilevanti.

I sintomi dell’emicrania

Il dolore dell’emicrania, come ci suggerisce il nome, è solitamente unilaterale: colpisce cioè la testa da un unico lato. Si tratta di un dolore medio-intenso e pulsante, che si acuisce con la normale attività fisica quotidiana, per esempio quando si cammina o si fa un lieve sforzo. Ad accompagnare l’emicrania ci sono anche altri sintomi; si diagnostica quando ne è presente almeno uno tra questi:

  • nausea e/o vomito;
  • fastidio causato dalla luce;
  • fastidio causato dai rumori;

I sintomi dell’emicrania con aura, invece, che si presentano nel 30% dei pazienti con emicrania, includono ulteriori segnali che precedono il mal di testa di questo tipo o lo accompagnano immediatamente. L’aura è infatti un insieme di sintomi neurologici che durano da pochi minuti a un’ora e possono comprendere:

  • sintomi visivi, come perdita di visione temporanea o luci tremolanti;
  • sintomi sensitivi, come formicolii alle braccia
  • alterazioni del linguaggio

La durata dell’emicrania è variabile, ma ciò che la distingue è il fatto che sia caratterizzata da fasi in crescendo. Prima dell’attacco acuto, la persona che ne soffre può già avvertire dei segnali detti prodromici, che si presentano circa 24 ore prima. Un esempio sono la stanchezza, sbadigli e un particolare interesse per alcuni cibi, specialmente dolci. Segue una eventuale aura e poi la fase dolorifica vera e propria, che può protrarsi fino a 72 ore. Conclusa la fase acuta, si riscontra una fase post-dromica, caratterizzata da spossatezza e scadimento dell’umore.

L’emicrania si considera episodica quando non supera i 14 giorni per mese, mentre si parla di emicrania cronica quando gli episodi occupano almeno 15 giorni al mese per almeno 3 mesi. Quando gli attacchi di mal di testa superano il numero di 8 al mese la definizione è quella di un’emicrania episodica ma ad alta frequenza.

Quali cause ci sono dietro l’emicrania?

L’emicrania è un disturbo multifattoriale, che vede nell’aspetto genetico una delle risposte probabili sulla sua origine. Sembrerebbe, inoltre, che l’emicrania sia legata a un’ipereccitabilità della corteccia cerebrale, in particolare quella prefrontale, che comporta la trasformazione di alcuni stimoli fisiologici e apparentemente innocui in dolore. Non sono escluse cause connesse a uno squilibrio chimico, nello specifico del neurotrasmettitore serotonina.  

Esistono diversi fattori scatenanti dell’emicrania, considerati trigger, punti “deboli” soggettivi che possono attivare lo stimolo doloroso:

  • digiuno prolungato
  • assunzione di alcolici
  • assunzioni di alcuni cibi (per esempio con glutammato monosodico, usato per insaporire i piatti)
  • assunzione eccessiva di bevande a base di caffeina
  • mancanza di sonno
  • stress
  • cambiamenti metereologici
  • stimoli visivi o uditivi
  • contraccettivi ormonali estroprogestinici

L’emicrania mestruale: il ruolo degli ormoni

Esiste una forte relazione tra emicrania e ciclo mestruale: non solo la maggior parte delle persone che soffre di emicrania è di sesso femminile, ma oltre la metà delle donne soffre di emicrania nel periodo antecedente in ciclo mestruale

L’emicrania mestruale solitamente è senza aura; per essere diagnosticata deve manifestarsi da 2 giorni prima a 3 dopo l’inizio del flusso mestruale. Sono coinvolti gli ormoni estrogeni, il cui livello si abbassa i primi giorni di mestruazioni: ciò ha conseguenze sui livelli di serotonina e di alcune molecole che portano al manifestarsi dell’emicrania.

I rimedi per l’emicrania

Il trattamento contro l’emicrania dovrebbe essere personalizzato su ogni paziente, specialmente in caso di emicrania ricorrente.

I farmaci di prima scelta contro i sintomi dell’emicrania sono i triptani, una classe di farmaci che agisce sulla dilatazione dei vasi sanguigni cerebrali e che, oltre al dolore, riesce a ridurre i fastidi causati dall’aura. Questi farmaci necessitano di una prescrizione medica e sono indicati negli attacchi di emicrania medio-forti: risultano ancora più efficaci se assunti all’esordio del dolore. Gli antinfiammatori non steroidei, invece, possono essere efficaci nell’emicrania lieve o in associazione a paracetamolo e altre molecole, in particolare la caffeina. Il paracetamolo rimane la prima opzione per le donne in gravidanza che accusino emicrania.

La ricerca ha inoltre indagato per individuare le sostanze utili nella profilassi dell’emicrania, per prevenire gli attacchi in chi soffre di emicrania cronica o ricorrente. Oltre ai beta bloccanti, già impiegati per questo fine ma non specifici, recentemente è stata evidenziata l’efficacia della tossina botulinica e di anticorpi monoclonali diretti contro il CGRP, peptide correlato al gene della calcitonina, fortemente legato al dolore emicranico.