Aria condizionata e raffreddore

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Con l’arrivo dell’estate è ormai diffuso l’uso massivo e, a volte, eccessivo dei condizionatori soprattutto nei luoghi di lavoro, nelle attività commerciali, nei cinema, ma anche nelle abitazioni private.

Ci sarà senz’altro capitato in una calda giornata di luglio di camminare sotto il sole e, entrando in un supermercato, avvertire un brusco sbalzo di temperatura. Ed è proprio lo sbalzo termico, spesso notevole, che può causare, anche in piena estate, dal banale raffreddore a forme più serie come le bronchiti. L’uso scorretto ed eccessivo dell’aria condizionata può avere infatti effetti negativi sull’apparato respiratorio.

Ma perché lo sbalzo termico improvviso può causare problemi al nostro sistema respiratorio?

Il motivo principale è nell’impossibilità di adattamento: dato il repentino passaggio da temperature elevate a temperature più ridotte, vi è una stimolazione dell’irritazione e dell’infiammazione delle vie aeree, che favorisce le infezioni. Quando la temperatura dell'aria scende rapidamente senza adattamento graduale, anche per variazioni fino a 2°–3°C, ma soprattutto per variazioni maggiori di 5°C, il raffreddamento improvviso delle vie aeree determina il blocco dei movimenti delle ciglia che le rivestono e che hanno un’importantissima azione di protezione attraverso l’espulsione di germi e delle micro-polveri. Inoltre, i vasi sanguigni, sempre per l’azione del freddo, si restringono, irrorando di meno la zona e riducendo così l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti.

Al livello nasale, la respirazione di aria fredda provoca un ingorgo dei seni venosi, presenti nei tessuti, che porta a congestione, starnuti e, soprattutto, rinorrea sia in soggetti sani sia affetti da rinite allergica o cronica.

Il danno alle vie aeree indotto dal freddo non è solo dovuto all’effetto diretto della temperatura, ma dipende anche dall'iperventilazione che è una condizione in cui si respira rapidamente o profondamente  che contribuisce a raffreddare ulteriormente trachea e bronchi. La respirazione di aria a 20°C a 15 l/min diminuisce la temperatura tracheale a 34 °C, mentre se si respira aria simile a 100 l/min questa temperatura diminuisce a 31 °C. Tutto ciò porta alla stimolazione dei processi di evaporazione dei fluidi che rivestono le mucose delle vie respiratorie. Le vie aeree sono infatti rivestite da un sottile strato di liquido, il fluido superficiale delle vie aeree, che in caso di iperventilazione può evaporare più rapidamente di quanto possa essere sostituito, portando a secchezza dei tessuti. Consideriamo che mentre l'effetto dell'aria fredda sulla pelle è principalmente il raffreddamento, l'effetto sulle vie aeree è sia il raffreddamento e sia l’asciugatura.

I danni delle vie aeree si vedono già se la temperatura è inferiore a 24° C: se fuori è molto caldo, passare di punto in bianco in un’auto o in un negozio raffreddato a 23-24° C senza aver modo di adattarsi a temperature intermedie è uno shock per l’apparato respiratorio. 

Se tutto ciò è vero per i pazienti sani, si deve considerare un maggior rischio per i bambini e i pazienti che già soffrono di malattie respiratorie, che hanno quindi più probabilità di andare incontro a problemi anche seri. Nei pazienti asmatici o nei pazienti affetti da BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), l’abbassamento repentino della temperatura dell’aria stimola anche i recettori della tosse inducendo spasmo e conseguente contrazione dei bronchi, con il rischio di crisi respiratorie anche consistenti, con sintomi come fiato corto o sibili. 

Un altro aspetto potenzialmente dannoso del condizionamento dell’aria è la veicolazione di microrganismi patogeni. Se i filtri dei dispositivi di condizionamento non sono adeguatamente puliti, diventano veicolo di una varietà di agenti patogeni umani già diffusi nell’aria in condizioni normali, come batteri, funghi e virus che insieme all'esposizione ad altri agenti come sostanze chimiche nocive, particolato, polline e altri allergeni vanno a costituire un rischio per la salute. Un esempio è ciò che succede spesso nell’abitacolo dell’auto dove le ridotte temperature impostate, unite a cruscotto e tappetini poco puliti, possono dar luogo ad irritazione significative dell’apparato respiratorio.

Durante l’estate per evitare inconvenienti causati dall’uso dell’aria condizionata, la prima regola è quindi fare attenzione alla temperatura che si imposta. Il Ministero della Salute indica che le condizioni microclimatiche ottimali sono in estate una temperatura dell’aria di 24-26°C e umidità relativa di 50/60% mentre in inverno 19-22°C e 40/50%. Secondariamente cercare di far sì che il passaggio dal caldo al freddo sia sempre graduale, ma anche orientare i bocchettoni dell’aria fredda verso l’alto, anche in auto, e spegnere l’apparecchio nella notte o comunque ridurre al minimo l'erogazione di aria fredda. In caso si sia sudati, sarebbe opportuno asciugarsi prima di entrare in un luogo con aria condizionata. Se ci si reca in un ufficio o in un esercizio commerciale dove si sa che le temperature sono molto basse, sarebbe meglio portare con sé un pullover o comunque una copertura da indossare non appena si entri.  Bambini ed anziani meritano poi un’attenzione particolare, avendo cura di un’esposizione attenta e controllata.  

Bibliografia