Influenza? Occhio alle complicanze

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L'influenza non è di per sé una malattia grave.

L'influenza non è di per sé una malattia grave. Se trattata in modo corretto (vale a dire rispettando il riposo a letto per qualche giorno, assumendo gli antipiretici quando necessario, mangiando cibi leggeri e nutrienti ed evitando di uscire, affaticarsi e prendere freddo), può causare al più qualche giorno di malessere, che si dimentica tanto rapidamente quanto è comparso e che non lascia sequele di alcun tipo. Il discorso cambia quando si trascurano i sintomi, sforzandosi di andare in ufficio e di attendere a tutti gli impegni familiari e sociali nonostante le condizioni di salute precarie, e quando i virus influenzali contagiano persone che si trovano in condizioni cliniche già compromesse (malati cronici) o in fasi della vita particolarmente delicate, come l'età avanzata, la gravidanza e la primissima infanzia. In queste situazioni, il rischio che manifestazioni tutto sommato banali come raffreddore, tosse, febbre moderata e indolenzimento generalizzato si trasformino in qualcosa di più serio è elevato e per evitare problemi diventa particolarmente importante fare attenzione alla prevenzione e alla cura della sindrome influenzale fin dall'esordio.

Anziani e malati cronici
L'indebolimento delle difese immunitarie associato all'invecchiamento fa sì che gli over-65, anche sani, abbiano qualche probabilità in più di andare incontro a complicanze in caso di influenza. Probabilità che aumenta sensibilmente fino a diventare praticamente una certezza quando l'età supera i 75 anni e/o si aggiungono patologie croniche che interessano l'apparato cardiovascolare (scompenso cardiaco, coronaropatie, fibrillazione atriale, angina, ipertensione, ecc.) o respiratorio (broncopneumopatia cronica ostruttiva, asma, bronchite cronica, ecc.), la funzionalità dei reni (insufficienza renale) o il metabolismo (diabete) oppure una malattia neurologica (come la malattia di Alzheimer). Che cosa può accadere? Per tutti, il pericolo maggiore è rappresentato dalla possibilità che all'infezione respiratoria virale se ne aggiunga una batterica e che insorga una polmonite. In chi già presenta disturbi specifici, a questo rischio si aggiunge quello di un peggioramento della malattia di base, spesso tale da richiedere il ricovero in ospedale.
Il modo più sicuro per evitare "inconvenienti" di questo tipo è rimuovere il problema all'origine effettuando ogni anno la vaccinazione antinfluenzale e l'antipneumococcica, come puntualmente raccomandato dal Ministero della Salute. Quando, invece, l'influenza o sindromi analoghe sono già presenti, il consiglio migliore è non trascurare i sintomi ed evitare il fai-da-te, rivolgendosi subito al medico per avere una valutazione corretta delle proprie condizioni complessive e procedere alle cure più adeguate. Cure che possono cambiare da caso a caso in relazione anche a specifiche intolleranze farmacologiche e a eventuali terapie assunte per controllare altri disturbi. Un'ulteriore raccomandazione in caso di febbre è bere il più possibile, anche se non si ha sete: dopo i 65-70 anni la disidratazione è in agguato e può creare seri problemi all'organismo.

Gravidanza e allattamento
Durante la gravidanza, ogni malattia merita una duplice attenzione perché può avere effetti negativi sia sulla mamma sia sul bambino. L'influenza non fa eccezione, anzi. Anche in gravidanza, come in età avanzata, le difese immunitarie si riducono e la probabilità di essere intercettati dai virus sale, insieme al rischio di andare incontro a complicanze tali da richiedere il ricovero in ospedale. Studi recenti indicano che le donne incinte hanno una probabilità 10 volte superiore rispetto a quella della popolazione generale di avere bisogno di cure intensive in caso di influenza e che ben il 7-10% dei ricoveri per influenza è costituito da donne nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Per questa ragione, a tutte le aspiranti mamme che si trovino nel secondo o terzo trimestre di gestazione all'inizio della stagione influenzale (ottobre-novembre) viene raccomandata l'assunzione del vaccino annuale preventivo.
Per evitare inconvenienti in presenza di influenza o di un'altra una malattia da raffreddamento, invece, l'ideale per la donna in attesa è interpellare sempre il medico fin dall'esordio dei sintomi, ricordando che a rappresentare un potenziale pericolo non è soltanto l'influenza in sé (che, se ben curata, nella donna complessivamente sana può essere superata in assoluta tranquillità in pochi giorni), ma anche la febbre di qualunque origine. Se la temperatura corporea della mamma sale oltre una certa soglia (38-38,5 °C), infatti, il bambino che si sta sviluppando può risentirne. Per questa ragione è importante assumere presto l'antipiretico, rispettando i dosaggi consigliati, ma soprattutto scegliendo il farmaco giusto. Per il resto, l'approccio che aiuta a evitare complicanze è quello standard adatto a tutti: tanto riposo, cibi sani, liquidi in abbondanza e vitamine o integratori specifici soltanto su indicazione medica. Se esiste un significativo rischio che si sviluppi un'infezione respiratoria batterica (o se è già presente), può essere necessario aggiungere a questi interventi anche una terapia antibiotica. Assumetela con serenità: il medico saprà indicarvi un farmaco efficace per voi e innocuo per il bambino. Da evitare, invece, l'uso spontaneo di qualunque rimedio fitoterapico.
Se ad ammalarsi è il neonato, per non correre rischi ed evitare complicanze serie serve qualche cautela in più. In particolare, quando sintomi influenzali o febbre compaiono in un bambino con meno di 6 mesi-un anno o affetto da malattie croniche specifiche che potrebbero aggravarsi a causa dell'influenza bisogna sempre interpellare il pediatra fin dall'esordio. O rivolgersi direttamente al Pronto Soccorso, soprattutto se il bambino respira male o manifesta un'eccessiva sonnolenza.

Fumatori
A prescindere dall'età e dal sesso, un'altra categoria esposta a un aumentato rischio di complicanze respiratorie durante e dopo un'influenza è quella dei fumatori. Il fumo di sigarette, sigari e pipa riduce le difese immunitarie di gola, trachea e bronchi, riducendo la loro capacità di ostacolare l'ingresso di virus e batteri patogeni e di contrastarne l'attecchimento. Risultato: i fumatori, soprattutto i più accaniti, si ammalano più facilmente e guariscono con maggior difficoltà. Ciò fa sì che le probabilità che un'influenzasi trasformi in bronchite o polmonite è molto elevata. Naturalmente il modo migliore per ridurle, oltre a prevenire il contagio con la vaccinazione annuale, è smettere completamente di fumare o almeno cercare di ridurre il numero di sigarette quotidiane, magari approfittando dell'interruzione imposta dal mal di gola. Il secondo consiglio è non banalizzare l'aumento della tosse o la comparsa di catarro, ma rivolgersi subito al medico per un intervento mirato.