I rischi del diabete mellito

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Il diabete mellito è una malattia metabolica cronica caratterizzata da un aumento persistente della glicemia (iperglicemia).

In base all’origine si distinguono il diabete di tipo 1, che si presenta in età pediatrica ed è dovuto all’autodistruzione delle cellule pancreatiche produttrici di insulina, e il diabete di tipo 2, detto “dell’adulto” e associato spesso all’obesità e caratterizzato invece da una condizione di resistenza all’insulina. Altre forme di diabete sono: ll diabete gestazionale, che si manifesta in gravidanza salvo poi ripresentarsi in seguito come diabete di tipo 2, o alcune forme secondarie, per esempio ad abuso di alcol, a malattie (fibrosi cistica) e terapie con alcuni farmaci, quali per esempio steroidi e immunosoppressori. Il diabete di tipo 2 è la forma più frequente di diabete ed è in rapido aumento: attualmente si stima interessi oltre 3 milioni di persone in Italia, con elevati tassi di mortalità, disabilità ed ospedalizzazione e con un costo superiore a 20 miliardi di euro all’anno.

Malattia e allo stesso tempo fattore di rischio

Sarebbe riduttivo pensare al diabete alla stregua di qualsiasi altra alterazione metabolica: si tratta in realtà di una malattia e al tempo stesso di un fattore di rischio, soprattutto se si considera che comporta un rischio doppio per malattie cardiovascolari (patologia coronarica, ictus ischemico e morte per cause cardio-vascolari), indipendentemente da altri fattori di rischio. Il rischio di eventi cardiovascolari è correlato all’iperglicemia e risulta maggiore nelle donne, nelle fasce d’età più giovani e negli individui con diabete di lunga durata (oltre i 10 anni) e può portare alla compromissione di uno o più organi, tra cui per esempio il rene. Va detto, inoltre, che spesso al diabete si affiancano altri fattori di rischio, quali ipertensione, obesità viscerale e dislipidemia (alterazione dei livelli di colesterolo LDL e/o trigliceridi), per cui si verifica una concomitanza di più condizioni in grado di amplificare la probabilità di complicanze, che possono ulteriormente lievitare in caso di abitudini scorrette, quale il fumo di sigaretta.

Le principali conseguenze

Dopo questa premessa, quali sono i rischi? Va ricordato innanzitutto che il diabete può dare luogo a complicanze macro- e microangiopatiche. Le prime interessano i grandi vasi e, da uno studio nazionale dopo la diagnosi di diabete, si riscontrano con una frequenza media del 15,6% (17,2% negli uomini e 14,0% nelle donne). Negli uomini in particolare, è maggiormente rappresentato l’infarto miocardico (7,6%) rispetto alle altre complicanze, mentre nelle donne è più alta la cardiopatia ischemica (9,3%). Un ulteriore elemento di preoccupazione, è che un diabetico su quattro è a rischio di infarto "silente", ossia privo di sintomi: una condizione che fa ritardare l'accesso al pronto soccorso e alle unità coronariche.

Le complicanze microangiopatiche comprendono la retinopatia diabetica, che rappresenta la maggiore causa di cecità fra gli adulti e la nefropatia diabetica che può condurre a insufficienza renale cronica e dialisi. A queste si aggiunge anche la neuropatia, ossia uno stato di sofferenza dei nervi periferici, con deficit sensitivi e motori alle estremità, e del sistema nervoso autonomo. La neuropatia, può manifestarsi tardivamente – quando il danno alle fibre nervose è ormai consolidato – sotto forma di ipotensione ortostatica, disfunzione erettile, stipsi o rallentamento dello svuotamento gastrico (gastroparesi).

Considerazioni conclusive

Il diabete mellito è una malattia complessa e richiede un’attenta gestione che, come raccomandano le linee guida, deve partire dalla correzione dello stile di vita (dieta e attività fisica) per poi ricorrere a farmaci specifici variamente combinati. Il controllo della glicemia è il cardine della cura del diabete, ma in considerazione dei suoi molteplici rischi, è importante tenere sotto controllo le condizioni generali e intervenire sui singoli fattori di rischio.

Bibliografia